

Ho scoperto le proprietà curative dell‘Erba della Madonna cercando la foglia di Santa Maria. Verrebbe da pensare che si tratti della stessa pianta: i nomi popolari dell’armamentario curativo empirico sono spesso causa di grande confusione, basti pensare a quante piante vengono citate come erba di San Giovanni, compresa la Hylotelephium.
Per dirla tutta l’avevo notata a Scanno, borgo abruzzese che ha dato i natali a mio padre: altitudine 1050, montagne di cui ti innamori e un lago famoso per gioiello. Hylotelephium fiorisce graziosamente tra luglio e settembre nei vasi esposti sui balconi e ai lati dei portoni di ingresso, insieme ad una variopinta moltitudine di altre ornamentali, e pensavo fosse solo una delle tante succulente facili da coltivare.
Amo indagare sulle conoscenze degli usi curativi delle piante del territorio scannese attraverso chiacchierate informali, così mi raccontano di dermatiti ostinate, curate un tempo con una misteriosa foglia di Santa Maria. Mentre cerco di individuarla spunta tra i nomi comuni di una Crassulacea quello dell’Erba della Madonna. A questo punto la caccia al tesoro diventa molto interessante, perchè scopro che si tratta della Hylotelephium maximum, la specie selvatica da cui sono originate le belle e robuste varietà coltivate.
Decido di indagare ulteriormente attraverso una gentile signora, classe 1942, che si prende cura di uno dei vasi dove cresce l’Erba della Madonna a Scanno. Non conosce neppure il nome della pianta, ma ricorda benissimo che la usava sua madre in quel di Sulmona, quando lei era bambina, per qualunque infiammazione della pelle. facendosi prestare le foglie da una vicina di casa. Le foglie venivano private della pellicina che avvolge la pagina inferiore e applicate direttamente sulla cute per tempi più o meno lunghi, a seconda del problema.
E’ proprio vero, la curiosità resta il miglior motore di ricerca: forse non ho individuato la foglia di Santa Maria, ma ho scoperto la bella Borracina e le sue proprietà, tra l’altro oggetto di studi recenti. Ma non basta, la mia amica Bruna, che espone lungo una ringhiera un bel gruppetto di borracine in vaso, insiste per regalarmene una e io non faccio complimenti. Così adesso ho una nuova pianta sul terrazzo romano, talmente felice di essere sfuggita alle temperature montane che sta inaspettatamente fiorendo in pieno gennaio.

