
Cresce spontaneo nella parte meridionale del continente africano e soprattutto nella regione del Kalahari. E’ una pianta perenne con foglie opposte e grandi fiori tubulosi di colore rosso violaceo. Il frutto è una capsula legnosa ricoperta di aculei acuminati e uncinati, da cui il nome scientifico, infatti in latino ARTIGLIO=HARPAGO.
L’impiego della radice di questa pianta presso le popolazioni indigene risale a tempi molto lontani: gli stregoni e gli sciamani se ne servivano per curare ferite, piaghe e dolori articolari. I tuberi si trovano a notevole profondità per essere protetti dalla disidratazione, sono molto ricchi di acqua e infatti essiccati perdono 9/10 del loro peso. Gli indigeni impiegano l’acqua spremuta dai tuberi per curare ferite ed ulcere.
In questi ultimi anni l’uso di questa pianta si è diffuso anche in Europa. Gli studi condotti hanno permesso di confermare le stesse applicazioni empiricamente effettuate dalle popolazioni africane.
I principi attivi sono: zuccheri, acidi grassi, fitosteroli, glucosidi fenolici e monoterpenici della serie iridoidi, dei quali il principale è l’arpagoside a cui si attribuisce l’attività terapeutica. E’ stata dimostrata un’attività antinfiammatoria e cardiovascolare. Dati clinici confermano che un trattamento per via orale con la radice di Artiglio del diavolo è, su pazienti affetti da reumatismi e artrosi, efficace sia sul dolore che sulla funzionalità degli arti. Inoltre questa droga stimola le varie funzioni del ricambio, per cui è utile anche nella ipercolesterolemia, nell’iperglicemia e come stimolante per le funzioni gastrointestinali. Ha un sapore molto amaro che potrebbe scoraggiarne l’uso.
Le preparazioni terapeutiche sono:
- Decotto: si fa bollire per un minuto un cucchiaio da tè di droga sminuzzata, in un litro d’acqua. Si lascia riposare per 12 ore, filtrare e bere tre volte al giorno prima dei pasti a piccoli sorsi senza edulcorare.
- Capsule: in farmacia ed erboristeria si possono richiedere confezioni di capsule che, conservando integre tutte le proprietà della droga, evitano il fastidio di sentire il forte sapore amaro.
- Tintura madre: si ottiene dalle radici secondarie fresche macerate a 45°, si assumono 50 gocce diluite in acqua tre volte al giorno dopo i pasti.
ndr Il nome Artiglio del diavolo deriva dal fatto che gli animali camminando calpestano i frutti dalle sporgenze appuntite, si feriscono e iniziano a saltare e ad agitarsi furiosamente per il dolore come indemoniati.