
Il frutto è una cariosside come quella del grano.
Si usano i semi, le sommità fiorite e le foglie che si raccolgono da marzo a settembre. Il tempo di raccolta delle sommità fiorite dipende dalla latitudine e dall’altitudine delle coltivazioni. Le parti raccolte si essiccano all’ombra in ambiente ventilato e si conservano in sacchetti di tela.
L’avena ha proprietà diuretiche, dietetiche, rinfrescanti ed emollienti. I chicchi contengono 60/70% di amido e di altri glucidi, 14% di proteine, 7% di lipidi con una significativa percentuale di lecitina, vitamine A e del gruppo B, acido pantotenico, enzimi, sali minerali, (calcio, silicio e fosforo), vari oligoelementi e un alcaloide (avenina) con effetto tonificante e riequilibrante del sistema nervoso.
Un famoso erborista svizzero, già nei primi anni del ‘900, consigliava zuppa a base di avena con effetto tonificante e rinfrescante. Anche la Macrobiotica consiglia minestre e pane integrale di avena, infatti la crusca, che avvolge il seme, stimola la peristalsi intestinale.
L’impiego dell’avena dà ottimi risultati in caso di depressione, insonnia ed esaurimento.
I fiocchi di avena, che si ottengono pressando i semi, cotti nel latte o nel brodo, sono un ottimo alimento per gli sportivi, per le madri che allattano e per gli studenti. Le sommità fiorite (paglia) in infuso, un cucchiaio in 250 ml di acqua bollente, sono un ottimo diuretico utile per eliminare gli acidi urici.
I semi, altamente emollienti, sono indicati per curare le infiammazioni intestinali e bronchiali.
Il decotto, utile per aumentare la diuresi, si prepara facendo bollire in un litro d’acqua 30 gr di sommità fiorite fino a ridurne il volume a due terzi. Se ne prendono due o tre tazze al giorno.
Per catarri bronchiali e per dolori reumatici si usano i cataplasmi, che si preparano facendo bollire un po’ di farina in acqua fino ad ottenere una pasta fluida che si mette tra due teli e si applica sul petto o sulla parte dolorante.
Recentemente negli Stati Uniti, dove la ricerca fitoterapica è molto intensa, nell’Università Kentucky durante un lavoro per individuare piante ipoglicemizzanti hanno scoperto che in pazienti diabetici alimentati con farina di avena, migliorava il tasso glicemico e si abbassava, invece, quello del colesterolo. Dopo ulteriori studi è stato scoperto che la crusca presente nei fiocchi d’avena ha la proprietà di assorbire acidi biliari e di farli evacuare, mentre, con un’alimentazione priva di fibre, vengono riassorbiti e, passando nel sangue si trasformano in colesterolo.
L’avena, impedendo il riassorbimento degli acidi biliari, obbliga l’organismo ad aumentare la produzione per i processi digestivi utilizzando il colesterolo presente nel sangue, per cui il tasso di quest’ultimo diminuisce. Per questo sarebbe opportuno imparare ad usare i fiocchi di avena e tutti gli altri alimenti ricchi di fibre.