Il Cocomero Asinino

Ecballium elaterium


È una pianta tipica dei paesi mediterranei, originaria dalle regioni aride dell’Africa settentrionale e appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee. In antichità è stata usata da Egizi, Greci e Romani come purgante drastico. Chiamata anche elaterio o sputaveleno, è alta 20-40 cm e cresce nei terreni incolti, ai margini dei campi, un po’ ovunque nelle regioni peninsulari litoranee e nelle isole.


È una pianta erbacea perenne, strisciante, dotata di un fusto prostrato, coperto di pelli ruvidi. I fiori di color giallastro, venati di verde, simili a quelli del melone, sono situati all’ascella delle foglie. È molto caratteristica per questa pianta la modalità con cui avviene il distacco del frutto. A maturazione avvenuta, infatti, i gas presenti all’interno del frutto raggiungono una pressione critica ed il frutto stesso, simile ad una grossa ghianda verde, si stacca bruscamente dal peduncolo, spontaneamente o al minimo contatto; i semi e la sostanza mucillaginosa in cui sono contenuti vengono spruzzati a distanza, mentre la capsula vuota viene lanciata in direzione opposta per reazione.


Il quadro tossicologico, causato sia dalla ingestione che dal contatto cutaneo con la pianta, è costituito dai sintomi di una violenta gastroenterite: nausea vomito e diarrea muco-sanguinolenta.

Alla famiglia delle Cucurbitaceae appartengono circa 760 specie, diffuse sia nel Vecchio che nel Nuovo Continente, con apparato vegetativo erbaceo, spesso scandente, o legnoso.

Un’importante caratteristica anatomica è rappresentata dai fasci fibrovascolari del fusto che sono di tipo bicollaterale, provvisti cioè di 2 zone floematiche, l’una interna e l’altra esterna al legno. Le foglie sono prive di stipole e mostrano una disposizione alterna o spiralata; assai frequenti all’ascella delle foglie sono i cirri, che consentono un saldo ancoraggio al sostegno. I fiori, generalmente unisessuali e attinomorfi, sono per lo più tetraciclici e pentameri, hanno quindi un calice di 5 sepali, saldati alla base, e una corolla normalmente simpetala, di 5 elementi separati da 5 profondi lobi. I fiori maschili
possiedono 5 stami che a volte risultano saldati per i filamenti e perfino per le antere (Bryonia); in tal caso uno stame rimane generalmente libero. Il fiore maschile può conservare i rudimenti del gineceo. Quest’ultimo, nel fiore femminile, è formato da 3 carpelli saldati in un ovario triloculare incluso nel ricettacolo e pertanto nettamente infero.
La formula fiorale più ricorrente è:

  • K (5), C (5), A 5, G (3) (ovario infero)
    Il frutto è una particolare bacca detta peponide. L’impollinazione è entomogama

Le Cucurbitacea e sono molto importanti dal punto di vista economico, in quanto ad esse appartengono molte piante diffusamente coltivate per l’alimentazione umana. Tra queste si ricordano il cocomero o anguria (Citrullus lanata) di origine paleotropicale, il cetriolo (Cucumis sativus) il melone (Cucumis melo), la zucchina (Cucurbita pepo) e la zucca (Cucurbita maxima).

Post Pubblicato il: 10 Ottobre 2023