

E’ una pianta erbacea, comune nei luoghi umidi e sabbiosi, lungo i ruscelli e ai bordi dei
fossi, fino ai 2000 m di altitudine, tranne che nelle isole. Ha un grosso rizoma carnoso da
cui in primavera si sviluppa il fusto fiorifero alto 50 cm circa, senza foglie; queste si
sviluppano dopo la fioritura.
Le foglie, molto grandi (80 x 40 ) con margine irregolarmente dentato, sono reniformi e
hanno un lungo picciolo, ricoperto di un pigmento rossiccio; la superficie superiore è
verde intenso, quella inferiore è biancastra per la presenza di fitti peli bianchi.
L’infiorescenza è a grappolo con numerose brattee rosse, i fiori sono rossicci con corolla
tubulare divisa in sottili filamenti. Il frutto è un achenio provvisto di pappo.
In fitoterapia è apprezzata tutta la pianta. Il rizoma si raccoglie, prima che la pianta fiorisca, in febbraio –
marzo, i fiori si raccolgono in marzo –aprile, le foglie in maggio giugno.
Il rizoma si lava e si divide in pezzi lunghi 5-6 cm e si lascia asciugare, i fiori e le foglie si
seccano in strati sottili in zona ventilata e all’ombra; si conserva il tutto in recipiente di
vetro o di porcellana.
Principi attivi: petasina (dal greco petasos= cappello a falde larghe, per la forma delle
foglie), tannini, mucillagini e zuccheri.
Proprietà: l’azione del Farfaraccio è legata principalmente alla presenza della petasina
(estere dell’acido angelico), dotata di proprietà spasmolitiche notevolmente superiori a
quelle della papaverina, la sua azione però non è immediata. Secondo uno studio di
alcuni ricercatori svizzeri, pubblicato recentemente sul ”British Medical Journal”, l’estratto
di Farfaraccio è un ottimo rimedio contro il raffreddore da fieno, con il vantaggio di non
dare sonnolenza come gli antistaminici tuttora in uso.
Il Farfaraccio è stato lungamente usato nella medicina popolare come pianta tossifuga, ma
trova applicazioni anche come sedativo generale, utile negli stati ansiosi, nell’insonnia e
nelle turbe del climaterio. Il Farfaraccio è utile anche nell’ipertensione, nell’arteriosclerosi
e agli asmatici, perché regola la pressione, calma lo stato di eccitazione e di ansia.
Per uso esterno, questa pianta, ha azione cicatrizzante e antinfiammatoria.
Preparazioni per uso interno
come sedativo: decotto con rizoma e foglie, far bollire per 10 minuti 20g di foglie e rizoma in un mezzo litro di acqua, due- tre tazze al giorno.
infuso per la tosse: versare su 10 g di fiori mezzo litro di acqua bollente, due- tre tazze al giorno.
Per uso esterno:
per le infiammazioni delle mucose e della pelle preparare un infuso con 50g di foglie e fiori in un litro di acqua. Fare sciacqui, gargarismi o impacchi.
Le foglie fresche, contuse si possono applicare fra due garze sulle ulcere o sugli ascessi