Qualcuno si chiederà cosa c’è da capire. Le piante si osservano, si studiano, si coltivano, si contemplano, si usano. Ma per entrare definitivamente nel loro universo bisogna accettare l’idea che abbiano una personalità. Anche gli animali domestici un tempo erano animali e basta, nutriti e protetti solo per fini utilitaristici, oggi sono parte della famiglia, fratelli. Quando ho iniziato a pensare alle piante come esseri viventi, dotati perlomeno di personalità e capaci di comunicare, ho temuto che lo stress mi stesse facendo brutti scherzi. Poi ho letto le parole di chi faceva la stessa esperienza, autori che avrei voluto conoscere e incontrare, testi che sono accatastati sul comodino, da rileggere infinite volte.
PIA PERA E LA FELICITA’ DELL’ORTO
Rimpiango sempre di non averla conosciuta, ho acquistato il suo libro più famoso attirata dall’idea di coltivare un piccolo orto sul terrazzo. L’orto di un perdigiorno si rivela invece un dialogo tra l’autrice, la terra e i suoi frutti e i personaggi umani e animali che partecipano alla sua avventura di cittadina trasferita alla campagna. E’ una storia d’amore dunque, non un manuale per apprendisti ortolani.
E’ stato ovvio appassionarsi alle puntate successive. La virtù dell’orto e Al giardino ancora non l’ho detto misurano la forza di questo rapporto con le piante che l’autrice coltiva. Sempre più intenso è il dialogo, l’orto e il giardino sono i suoi compagni di vita.
ortidipace.org fondato dall’autrice, per chi vuole entrare in una comunità che divulga la passione per le piante


