

Ho incontrato molte piante interessanti nei pressi della grotta di Tiberio, lungo il litorale di Sperlonga, ma non sono un botanico e non sempre riesco ad identificarle. Chiamarle per nome significa conoscere la loro storia, questo delicato fiore di un bel giallo squillante era per me sconosciuto, ma troppo bello per passare inosservato: forma mazzi luminosi nell’aridità della sabbia e il colore verde azzurro delle foglie frastagliate crea un elegante contrasto.
Sono arrivata a scoprire che è un papavero mettendo insieme diverse fonti e un po’ di intuito. Un papavero giallo non è così facile da incontrare, ma le dune mediterranee e i luoghi pietrosi, dove il mare sia nei dintorni, ne offrono spesso una discreta presenza. Poco tempo dopo averlo fotografato a Sperlonga l’ho di nuovo avvistato, in compagnia dei più noti papaveri rossi, lungo i binari della ferrovia nei pressi di Lavinio.
Il colore delle foglie dà origine al nome scientifico Glaucium, dal greco glauKòs= blu-verde, mentre flavum, dal latino= giallo, si riferisce al colore dei petali. Tra i nomi popolari troviamo papavero della sabbia o delle dune, abbastanza scontati, poi papavero cornuto per la forma dei suoi frutti ed infine il fiabesco cenerognola, dalla Toscana. Entità officinale, contiene un alcaloide, la glaucina, responsabile dell’effetto antinfiammatorio, broncodilatatore e sedativo della tosse, noto anche nella tradizione popolare. Gli alcalodi vanno sempre utilizzati sotto controllo medico, la glaucina può generare vomito, tachicardia ed effetti allucinogeni. Anticamente dai semi si ricavava un olio usato per le lampade e come base grassa per la produzione del sapone.
Il Glaucium, citato già da Dioscoride e Galeno, prosperava sulle dune nei pressi della spelonca ai tempi di Tiberio? Aggiungerò all’elenco il mio personale nome popolare per questa pianta: il papavero dell’Imperatore.