Un vento di burrasca ha attraversato la città, esco a verificare che le mie piante stiano bene e scopro che in un vaso abbandonato in un angolo le violette tricolori, piantate la scorsa stagione, hanno sparso i loro semi e sfoggiano i primi fiori, nonostante un autunno improbabile e ora un inverno conclamato. Ma non erano timide?

Queste piccole viole sono dotate di proprietà curative in tutte le parti della pianta.
Citate già da Ippocrate e Dioscoride hanno azione depurativa, diuretica, diaforetica (stimolano la produzione di sudore) e purgativa.
Nei soli fiori sono invece concentrati principi attivi con attività bechica (calmano la tosse) ed espettorante.
Nei luoghi ombrosi a primavera incontrerete facilmente la Viola odorata o viola mammola, i cui fiori fanno parte della ricetta dell’antica tisana emolliente, espettorante, sudorifera detta dei 4 fiori, che di fiori però ne prevedeva ben sette: tasso barbasso, rosolaccio, altea selvatica, malva, piede di gatto, farfara e, infine, la nostra viola mammola. C’è dietro un mistero? No, probabilmente solo l’indicazione di reperire almeno quattro dei fiori detti pettorali in epoche in cui era difficile avere a disposizione qualunque pianta in qualunque stagione.
